
Il cambiamento climatico non è più una minaccia lontana, ma una realtà incalzante che sta mettendo a dura prova la tenuta delle nostre città. Le aree urbane, veri e propri motori economici e sociali del Paese, si trovano oggi in prima linea, sotto un vero e proprio “assedio climatico”. L’Italia, con la sua conformazione geografica e la densità abitativa, è particolarmente vulnerabile. L’urgenza di un adattamento strutturale e di una profonda resilienza urbana non è mai stata così manifesta.
La Cruda Realtà dei Numeri: Un Assedio Quotidiano 🚨📊
I dati raccolti da Legambiente nel suo ultimo rapporto “Città Clima 2025” dipingono un quadro allarmante. Negli ultimi undici anni, dal 2015 a settembre 2025, sono stati registrati ben 811 eventi meteo estremi nei 136 comuni italiani con oltre 50.000 abitanti, dove risiede quasi un terzo della popolazione nazionale. La frequenza di questi fenomeni è in crescita esponenziale: solo nei primi nove mesi del 2025, si sono contati 97 eventi estremi, un segnale inequivocabile che l’accelerazione della crisi climatica non ammette più rinvii.
Gli impatti sono molteplici e devastanti. Le tipologie di eventi più frequenti includono:
| Fenomeno Estremo | Numero di Eventi (2015-Sett. 2025) | Impatto Principale |
| Allagamenti da piogge intense 🌊 | 371 | Danni a edifici, interruzione della viabilità |
| Raffiche di vento e trombe d’aria 🌪️ | 167 | Crollo di alberi, danni a strutture e infrastrutture |
| Esondazioni fluviali 🏞️ | 60 | Inondazioni di aree urbane e rurali, danni ingenti |
| Danni alle infrastrutture 🚧 | 55 | Interruzioni della rete dei trasporti e dei servizi essenziali |
| Grandinate 🧊 | 33 | Danni a colture, veicoli e coperture edilizie |
Questi eventi non sono solo statistiche, ma rappresentano interruzioni della vita quotidiana, perdite economiche e, purtroppo, in alcuni casi, anche vite umane. I danni alle infrastrutture, in particolare alla rete dei trasporti, evidenziano la fragilità dei sistemi urbani di fronte a sollecitazioni che superano le capacità di progettazione originarie.
Le Città Più Colpite: Un Allarme Nazionale 📍🔔
L’analisi territoriale rivela che nessuna area è immune, ma alcune città pagano un prezzo più alto. Roma detiene il triste primato con 93 eventi registrati, seguita da Milano (40), Genova (36), Palermo (32), Napoli (20) e Torino (13).
| Città | Eventi Estremi (2015-Sett. 2025) | Note |
| Roma ❌ | 93 | La città più colpita in assoluto. |
| Milano | 40 | 16 eventi di esondazione, evidenziando il rischio idraulico. |
| Genova | 36 | Storicamente vulnerabile al rischio idrogeologico. |
| Palermo | 32 | Forte impatto di allagamenti e ondate di calore. |
| Napoli ❌ | 20 | Ancora priva di un piano o strategia di adattamento. |
| Torino ✨ | 13 | Esempio virtuoso di governance climatica. |
Il caso di Napoli, che a differenza delle altre grandi metropoli non ha ancora adottato un piano di adattamento, è emblematico del ritardo culturale e politico che ancora affligge parte del Paese. L’adattamento non è un optional, ma un imperativo categorico per la sicurezza dei cittadini e la continuità operativa delle città.
Il Ritardo Istituzionale: PNACC e Consumo di Suolo 🐌🏛️
L’Italia si trova in una fase di pericoloso stallo istituzionale che amplifica la vulnerabilità urbana. Due sono i nodi cruciali: il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) e l’assenza di una legge efficace contro il consumo di suolo.
Il PNACC: Un Piano Sulla Carta 📜❌
Il PNACC è stato approvato con decreto ministeriale il 21 dicembre 2023. Tuttavia, a quasi due anni dalla sua approvazione, il Piano rischia di rimanere un documento di buone intenzioni. La sua piena attuazione è frenata dalla mancanza di risorse dedicate e da un iter burocratico lento. Il ritardo nell’implementazione del PNACC si traduce in un rallentamento a cascata nella redazione dei Piani locali di adattamento, lasciando i comuni senza una guida strategica nazionale chiara e finanziata.
Un elemento chiave del PNACC, l’istituzione dell’Osservatorio nazionale per l’adattamento ai cambiamenti climatici, è in forte ritardo. Questo organismo, previsto per coordinare e monitorare le azioni sul territorio, doveva essere istituito entro marzo 2024, ma ad oggi non ha ancora visto la luce. La sua assenza è un vuoto di governance che impedisce una risposta omogenea e basata sull’evidenza scientifica.
L’Urgenza di Fermare il Consumo di Suolo 🛑🚜
Parallelamente, l’Italia continua a pagare il prezzo di un’urbanizzazione selvaggia. L’assenza di una legge nazionale che ponga un freno efficace al consumo di suolo è una delle principali cause dell’aumento del rischio idrogeologico. Il suolo non impermeabilizzato è la prima e più efficace infrastruttura di drenaggio naturale. Quando viene cementificato, la capacità del territorio di assorbire le piogge intense si annulla, trasformando eventi meteorologici gestibili in catastrofi urbane.
I dati dell’ISPRA sono chiari: il consumo di suolo in Italia è in aumento, raggiungendo un ritmo allarmante. È fondamentale:
- Approvare immediatamente una legge che blocchi il consumo di suolo netto.
- Vietare l’edificazione nelle aree a rischio idrogeologico.
- Recuperare la permeabilità attraverso la de-impermeabilizzazione e l’adozione di Sistemi di Drenaggio Sostenibile (SUDS).
La Via della Resilienza: L’Esempio di Torino 💚💡
Nonostante il quadro generale di ritardo, alcune città stanno dimostrando che l’azione è possibile. Torino emerge come un esempio virtuoso di governance climatica e pianificazione proattiva.
Il Piano di Resilienza Climatica di Torino, approvato nel novembre 2020, è uno strumento all’avanguardia che affronta in modo integrato i due rischi principali per la città: le ondate di calore e gli allagamenti.
1. Contrasto alle Ondate di Calore (40 Azioni) 🔥🧊
Il Piano torinese interviene su più fronti per mitigare l’effetto “isola di calore urbana”:
- Pianificazione Urbanistica: Modifica delle norme urbanistiche (come l’Allegato Energetico-Ambientale al Regolamento Edilizio) per rendere le nuove edificazioni e le ristrutturazioni climate proof.
- Infrastrutture Verdi: Aumento del numero di alberi in città, con l’uso di specie arboree resistenti alle nuove condizioni climatiche. L’obiettivo è ampliare le aree verdi per ridurre le temperature e migliorare la qualità dell’aria.
- Materiali Innovativi: Utilizzo di materiali freschi (con elevata riflettanza solare) per pavimentazioni urbane e tetti, contribuendo a ridurre l’innalzamento termico superficiale.
- Sensibilizzazione e Supporto: Diffusione di allerte tempestive e creazione di una rete sociale di prossimità per supportare le fasce più vulnerabili della popolazione durante i picchi di calore.
2. Contrasto agli Allagamenti (38 Azioni) 💧🛡️
Per affrontare il rischio idraulico e idrogeologico, il Piano si concentra sulla gestione innovativa delle acque meteoriche:
- Sistemi di Drenaggio Sostenibile (SUDS): Realizzazione di aree di drenaggio, rain garden e interventi di de-impermeabilizzazione per aumentare la capacità di assorbimento del suolo. I rain garden sono un esempio eccellente di soluzione basata sulla natura (Nature-Based Solution – NBS), che rallenta il deflusso delle acque e smaltisce volumi nettamente superiori a quelli dei sistemi fognari tradizionali.
- Manutenzione e Prevenzione: Interventi di rimozione di detriti nelle zone collinari e pulizia dei tratti intubati dei rii per ridurre il rischio di esondazione e intasamento delle infrastrutture.
- Riuso delle Acque: Raccolta delle acque piovane per un riutilizzo successivo, riducendo lo stress idrico e alleggerendo il carico sui sistemi fognari.
L’approccio di Torino dimostra che l’integrazione tra mitigazione (riduzione delle emissioni) e adattamento (riduzione della vulnerabilità) nella pianificazione urbana è la chiave per costruire città più sicure e sostenibili.
La Sfida della Governance Integrata e del Coinvolgimento Civico 🤝🗣️
La resilienza urbana non è solo una questione tecnica o ingegneristica; è, prima di tutto, una sfida di governance e di partecipazione.
Governance a Diverse Velocità 🐢🚀
Il rapporto Legambiente evidenzia una forte disparità nella preparazione dei comuni:
- Solo il 39,7% dei comuni con più di 50.000 abitanti ha un piano o una strategia di adattamento.
- Le grandi città (sopra i 500.000 abitanti) mostrano una maggiore consapevolezza, con l’83% che ha predisposto un piano.
- Le piccole città (tra 50.000 e 150.000 abitanti) sono la maglia nera, con il 68% sprovvisto di qualsiasi strategia.
Questa disomogeneità è inaccettabile. La crisi climatica non fa distinzioni tra grandi e piccoli centri. È necessario un forte intervento centrale per supportare i comuni più piccoli, fornendo know-how, risorse e linee guida chiare per la redazione dei piani locali.
Il Ruolo Cruciale della Cittadinanza 🧑🤝🧑📢
Il successo di qualsiasi strategia climatica urbana dipende dal coinvolgimento della cittadinanza. I cittadini non sono solo destinatari delle politiche, ma attori fondamentali della resilienza. Una governance integrata deve prevedere:
- Informazione e Consapevolezza: Campagne di comunicazione efficaci sul rischio climatico e sui comportamenti da adottare in caso di emergenza.
- Partecipazione Attiva: Coinvolgimento dei residenti nella progettazione di soluzioni locali, come la cura dei rain garden o la segnalazione di vulnerabilità.
- Rete di Prossimità: Sviluppo di reti di supporto per le fasce più fragili (anziani, malati) durante eventi estremi come le ondate di calore.
Proposte per il Futuro ✅🔮
L’assedio climatico alle città italiane è un dato di fatto. La risposta non può essere frammentata o dilazionata. Legambiente, in linea con l’urgenza della situazione, sollecita azioni concrete e immediate:
- Istituzione Immediata dell’Osservatorio Nazionale: Dare piena operatività all’Osservatorio per l’adattamento climatico, come previsto dal PNACC, per coordinare e monitorare le azioni sul territorio.
- Approvazione della Legge sul Consumo di Suolo: Fermare l’impermeabilizzazione del territorio e promuovere la de-impermeabilizzazione e il recupero della permeabilità.
- Investimenti Pubblici e Continuità Politica: Stanziare risorse adeguate per finanziare il PNACC e garantire la continuità delle politiche climatiche, indipendentemente dai cicli elettorali.
- Collaborazione Intersettoriale: Rafforzare la collaborazione tra istituzioni, mondo della ricerca, imprese e società civile per sviluppare e implementare soluzioni innovative.
Le città italiane hanno la possibilità di trasformare la crisi in un’opportunità, diventando laboratori di innovazione e sostenibilità. L’esempio di Torino dimostra che, con una visione chiara e una governance proattiva, è possibile costruire un futuro urbano più sicuro, equo e, soprattutto, resiliente. È tempo di agire, con la consapevolezza che ogni giorno di ritardo si traduce in un aumento del rischio e del costo per l’intera collettività. ⏳💰
